mercoledì 16 gennaio 2008

Hanno vietato anche la brioscina di mezzanotte!

L’ultimo provvedimento ostile alla movida serale, un fenomeno che in ogni città civile del mondo è invece apprezzato come indicatore di tonicità dell’economia e vivacità culturale di un territorio, è la chiusura anticipata di una pasticceria serale (in Piazza Giorgini) diventata negli ultimi tempi un gettonato punto di ritrovo dei giovani prima di andare a letto.

Per Palazzo Vecchio nemmeno il rito della brioscina di mezzanotte s’ha da fare!

A Firenze dunque continuano i provvedimenti incredibili contro la vita serale della città, una sequenza di divieti ottusi e ostili dei quali sfugge il senso.

Tutto (?) comincia nell’aprile scorso con l’avvio anticipato di un provvedimento inutile: la ZTL notturna estiva il giovedì, venerdì e sabato. Che non riguarda una ristretta area – la zona monumentale e storica di Firenze - ma tutta la parte centrale, da Porta al Prato a Piazza Beccaria all’Oltrarno tutto. Con la ciliegina dalla pedonalizzazione di via dei Benci, a ridosso di Santa Croce, che anziché calmierare la vivacità serale di una zona ricca di locali, ne implementa invece l’attrattiva, trasformandola in un fiume in piena di gente, spingendo Palazzo Vecchio - non come sarebbe logico a rivedere il provvedimento – ma a sanzionare i locali della strada (!!!) decretandone la chiusura anticipata alle 1! Provvedimento assurdo (perché dietro l’angolo tutto continua come prima): per fortuna ha vita breve, ma tanto basta a far capire in che mani siamo.

Dopo l’estate, per salvare la faccia, la contestata ZTL notturna viene mantenuta ma con un orario incredibile: da giovedì a sabato da mezzanotte alle 4. La chiamano Operazione Cenerentola ma sarebbe meglio evocare la Bella Addormentata! Almeno è quello che vorrebbero i nostri amministratori: una città silente, deserta, priva di vita sociale, dove le uniche voci sono quelle dei turisti ubriachi, degli spacciatori e dei delinquenti che affollano comunque le strade del centro, al di là dei provvedimenti sbandierati e della volontà di chi ci governa di mandare “tutti a casa”.

Tutti questi provvedimenti in realtà mirano a scoraggiare i fiorentini dal venire in centro al sera: alla fine nessuno sa più esattamente quando e quale divieto è in vigore, a che ora scatta, non esiste un piano di mobilità alternativo, non un autobus, una navetta, un servizio (degno di questa parola) di taxi, e nemmeno una promozione dei parcheggi a prezzi accessibili. E se questo non basta ci sono le fameliche multe in agguato con le ganasce di complemento.

Poche settimane fa poi un blitz contro due locali dell’Oltrarno: il Dolce Vita e la Libreria Caffetteria La Citè. Stop alla musica dopo le 22! Ma dura pochi giorni e la protesta - che “buca” perfino la prima pagina locale del quotidiano La Repubblica - riesce a farlo ritirare.

Intanto PALAZZO VECCHIO minaccia di estendere all’infinito la politica vessatoria del parcheggio e dei limiti alla circolazione anche in zone periferiche della città: è di pochi giorni fa la protesta degli operai del Nuovo Pignone che si vorrebbero costringere a pagare il parcheggio nelle strade adiacenti alla loro fabbrica, così come in via Senese stessa sorte viene annunciata agli insegnanti della locale scuola e ad altri lavoratori che per motivi di lavoro si recano in auto – e diciamolo forte e chiaro: non hanno una vera alternativa! - alla propria destinazione quotidiana.

Da tempo dal mondo dei pubblici esercizi della città si è chiesto un tavolo di confronto e concertazione per stendere un piano positivo per la mobilità e rilanciare la vita serale del centro, sempre più degradato e abbandonato (vedi la crisi dei Cinema, mentre a Novoli si prepara un’altra multisala…).

Niente. Non accade niente. Solo chiusure, divieti che colpiscono aribitrariamente alcuni locali e mirano a spengere la vita serale della città.

Tra un anno a Firenze si vota per il rinnovo dell’amministrazione. Sappiamo che le nostre posizioni hanno un grande consenso tra i giovani e i cittadini. Abbiamo raccolto migliaia e migliaia di firme. Bene, non staremo certo a guardare!

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